Guida ai nuovi termini dell’identità di genere 

Guida ai nuovi termini dell’identità di genere 

di Digital Team

Cisgender, queer, non binary, gender fluid… Il vocabolario si è arricchito di parole che rivoluzionano i consueti paradigmi. Perché tutto lo spettro dell’identità abbia il suo nome. Ecco una guida per comprenderle meglio

Quello che non ha un termine per essere definito, esiste? C’è un’orgogliosa rivendicazione della propria esistenza, in tutte le sfumature del sentire, dietro al recente germogliare degli innumerevoli vocaboli che riguardano l’identità di genere. L’esigenza di un vocabolario per avere voce, intima, pubblica e politica.

Ecco quindi che anche il nostro dizionario si è arricchito di forestierismi che, se sono di uso comune per la Generazione Z, possono risultare nuovi e di difficile interpretazione per le altre fasce d’età. Sono la traduzione morfologica e semantica di una rivoluzione dei consueti confini e paradigmi, finora mai contestati. Un arcobaleno in cui ogni tonalità chiede e trova il suo nome.

Da cisgender a demiboy, da queer a non binary, da gender fluid ad agender, ecco il significato dei nuovi termini dell’identità di genere per favorire l’inclusione.

Con una doverosa premessa: identità di genere, orientamento sessuale e sesso biologico sono tre cose diverse. Il sesso è quello assegnato alla nascita in base all’anatomia del neonato, ovvero ai suoi organi genitali: maschio o femmina. L’identità di genere, invece, è come si percepisce la persona (maschio o femmina), a prescindere dal suo sesso biologico. L’orientamento sessuale indica il tipo di persone da cui si è attratti sessualmente.

Bandiera Lgbtq pride
Photo by Angela Weiss/AFP via Getty Images
Le bandiere arcobaleno, simbolo di lesbiche, gay, bisessuali, transgender (Lgbt) e orgoglio queer, sempre più inclusive, all’esterno del monumento Stonewall a New York, 7 giugno 2022

Cosa significa queer

La Q iniziale di queer è andata a occuparsi un suo posto distintivo nella sigla internazionale LGBTQIA+ che ha allargato le frontiere della comunità gay.
Si riconosce nel termine queer chi non vuole essere stretto in etichette delimitate e prende le distanze dalle definizioni di genere “maschio” e “femmina”, come pure da quelle dell’orientamento sessuale, tipo “eterosessuale”, “omosessuale”, “gay”, “lesbica”.

Il vocabolo è anglosassone e significa “strano”, “bizzarro”. Secondo Treccani, deriverebbe dal tedesco quer, che significa “diagonale”, “di traverso”, in opposizione quindi a “dritto”, e perciò  “giusto”. Usato in senso spregiativo nei confronti degli omosessuali nel corso del XIX secolo, ha avuto la sua svolta negli anni ’90, grazie al rovesciamento del modello unico e solo dell’eteronormatività, ovvero la convinzione che l’eterosessualità sia la norma unica per la sessualità. Oggi queer è adottato con orgoglio.

Il significato di cisgender

Il termine cisgender nasce dalla fusione del prefisso cis, che in latino significa “di qua da” (in opposizione a trans, “al di là”), con la parola gender, che in inglese significa “genere”.
L’espressione cisgender, quindi, è usata per una persona in cui il sesso biologico collima con l’identità di genere. Ad esempio, per un uomo a cui è stato assegnato il sesso maschile alla nascita e che sente un’identità di genere maschile, questo a prescindere dal suo orientamento sessuale, gay o eterosessuale che sia. Ugualmente, è cisgender una donna a cui è stato assegnato il sesso femminile alla nascita e che si percepisce donna.

Transgender e transessuale

Il termine transgender è composto dal prefisso latino trans, che significa “al di là”, e dalla parola inglese gender, “genere”. Indica chi si identifica con un genere diverso da quello assegnato alla nascita. Ad esempio una donna transgender a cui alla nascita è stato assegnato il sesso maschile o un uomo transgender a cui alla nascita è stato assegnato il sesso femminile.
Anche chi è transessuale non si riconosce nel sesso di nascita, ma in più vuole affidarsi alla scienza per un’affermazione di genere fisica e sociale, verso una riassegnazione del sesso.

Pride a Istanbul
Photo by Kemal Aslan/AFP via Getty Images
Un partecipante del Pride a Istanbul di fronte a poliziotti antisommossa, 26 giugno 2022

Agender e genderfree

A-gender: ovvero “senza genere”. Si definisce agender chi non si identifica con nessun genere sessuale, superando totalmente l’assegnazione binaria uomo-donna. Potrebbe altresì descriversi come genderfree o genderless o non-gendered.

Gender fluid

È gender fluid chi non si riconosce fissamente e definitivamente con un’identità sessuale. Potrebbe quindi a volte identificarsi nel genere femminile, a volte in quello maschile, a volte sentirsi no gender, o qualsiasi altra identità, oscillando nello spettro del genere.

Non binary

Né lui, né lei, né uomo, né donna. Non binary o enby (dalle iniziali N e B) o non binario: le persone non binarie non si identificano completamente né nel genere maschile né in quello femminile. Possono sentirsi entrambi, o nessuno dei due o anche altro. Rompono quindi lo schema binario (o si è uomo o si è donna) che ha permeato la cultura collettiva per secoli. In inglese si riferiscono a se stessi con i pronomi they/them (loro/essi).

Le persone non binary rientrano anche sotto la classificazione più ampia transgender, perché non si riconoscono nel sesso attribuito alla nascita. La loro esperienza però è diversa dalle persone trans con identità binaria, nate uomo e percepitesi donna o nate donna e intimamente uomo.  

Demiboy e demigirl

Si definisce demiboy chi si sente solo in parte ragazzo, non si sente abbastanza di genere maschile per identificarsi completamente come tale, indipendente dal sesso che gli è stato assegnato alla nascita. Similmente, è demigirl chi si sente solo in parte ragazza e si identifica quindi solo parzialmente con l’essere donna.