Peter Dundas da Roberto Cavalli e Massimo Giorgetti da Pucci: chi sono i nuovi designer delle case di moda italiane, e cosa cambierà

Le due notizie sono arrivate quasi contemporaneamente, puntuali, senza neanche mettere in disordine la complicata scacchiera del chi è chi, tra i designer delle case di moda italiane: Peter Dundas è il nuovo direttore creativo di Roberto Cavalli, a riempire il suo posto vacante da Pucci sarà invece Massimo Giorgetti. L’effetto sorpresa di Alessandro Michele è però molto lontano, sia per la tempestività delle nomine, che per la caratura dei personaggi in questione, già molto noti.

Per il norvegese Dundas la nomina (si occuperà di donna, uomo, accessori e licenze) ha il sapore di un ritorno a casa: è da Roberto Cavalli che ha lavorato, al fianco di Eva e Roberto Cavalli, dal 2002 al 2005, assistendo lo stilista fiorentino dopo esser stato il braccio destro di Jean Paul Gaultier. La sua dipartita da Pucci era, tra l’altro, da tempo sussurrata dagli addetti ai lavori. Una voce che aveva trovato conferma all’ultima sfilata milanese, che con le sue imponenti 72 uscite e l’emozione palpabile, sembrava preannunciare già l’addio. Alla guida creativa dal 2008, lo stilista ha sempre dato un’identità precisa, fiera e dichiaratamente seduttiva, alla donna a cui ha fatto calcare le passerelle, portando il marchio fondato dal marchese Emilio Pucci di Barsento (e oggi di proprietà del gruppo francese LVMH) sugli scintillanti red carpet e indosso a socialite e it girl, da Poppy Delevingne a Clotilde Courau, passando per le top model Joan Smalls e Anja Rubik, tutte parte di un folto club di fan e amiche del quarantaseienne di Oslo. Un’identità più in linea con il glamour e i lustrini di Roberto Cavalli che con la filosofia di Pucci, passato alla storia per le iconiche stampe sfoggiate da leggende dello stile come Jackie Kennedy. Una raffinatezza di certo eclettica, ma sussurrata e declinata più sull’abbigliamento da uso quotidiano, che sotto le luci del red carpet. Una tradizione che LVMH vuole evidentemente riprendere ad onorare, mentre Dundas si appresta a dirigere un brand la cui estetica sposa perfettamente, con il privilegio di essere il primo designer che succede al fondatore Roberto Cavalli, che aveva già dato segno di voler passare il testimone con la vendita del 90% del marchio al fondo Clessidra.

Massimo Giorgetti, giovane fondatore di MSGM, lanciato nel 2009 ma già divenuto presenza fissa della fashion week milanese, molto amato anche dalla stampa internazionale, è d’altra parte una scelta altrettanto logica e coerente. Distintosi per un uso sapiente delle stampe, strizzando l’occhio alla migliore pop culture degli anni sessanta, il suo stile fresco e accattivante è quello più adatto a declinarsi sull’heritage di Pucci, riportando magari in voga, nei salotti bene dove il mondo va in vacanza, la Piazzetta di Capri su tutti, foulard e abiti dalle stampe optical, ed è quello che LVMH si augura.